Malasanità e Colpa Anestesistica
Con il concetto di “colpa anestesistica” ci si riferisce a quella peculiare branca della Malasanità riferita alla responsabilità del medico specialista in anestesia comunemente noto come anestesista-rianimatore.
Come si intuisce dallo stesso nome attribuito a detta figura professionale, l’anestesista-rianimatore è il medico preposto ad occuparsi dell’anestesia dei pazienti nonché della rianimazione di quelli in condizioni di salute tali da compromettere le più essenziali funzioni vitali.
Nella pratica medica accade sovente che si registrino episodi di gravi responsabilità dell’anestesista-rianimatore soprattutto nei casi in cui il paziente venga sottoposto ad un intervento chirurgico in anestesia totale in cui la perdita di coscienza indotta dalla somministrazione di farmaci anestetici può portare a diverse complicanze tra cui alcune di ordine cardiocircolatorio, respiratorio, neurologiche nonché, nei casi più gravi, addirittura a danni cerebrali o persino alla morte.
A tali complicanze, se ne registrano molte altre imputabili ad errate manovre di incannulazione (derivante dalla necessità di monitorare l’apparato cardio-circolatorio ovvero da quella di somministrare determinati farmaci al paziente) che possono portare a danni di svariato tipo e natura come, ad esempio, infezioni o lesioni dei tessuti.
Proprio in considerazione della specificità della materia, si rende indispensabile che il medico raccolga e valuti attentamente tutti i dati anamnestici del paziente (soprattutto al fine di arginare il rischio di fenomeni allergici) prospettando in modo esaustivo un quadro generale della situazione nonché le conseguenze ed i rischi connessi all’anestesia raccogliendo quindi il consenso informato del paziente.
Malasanità e Colpa Anestesistica: la nostra esperienza
In questi dieci anni abbiamo accumulato una notevole esperienza in tema di colpa anestesistica assicurando il giusto risarcimento danno ai pazienti o, nei casi più gravi, ai parenti di questi ultimi:
- molteplici casi in cui venivano praticate errate manovre di incannulazione che portavano a significativi danni ai paziente o addirittura alla loro morte;
- diverse ipotesi di infezioni provocate durante le manovre di incannulazione;
- interventi in anestesia totale che venivano effettuati senza un’adeguata raccolta dei dati del paziente e senza la prospettazione delle possibili complicanze e/o soluzioni alternative.